Le baracche di via del Mandrione

  • tipologia:
    Roma sparita
  • quota:
    53m
  • anno:
    1952
  • epoca:
    Moderna


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Le baracche di via del Mandrione

A Roma, gli sfollati del bombardamento di San Lorenzo del 1943 occuparono gli archi da Porta Maggiore fino al Mandrione, a Tor Fiscale. L’acqua fornita dall’acquedotto era ancora potabile e il riscaldamento era assicurato dalle spesse volte degli archi, che accumulavano durante il giorno il calore sufficiente per riscaldare un’intera notte. E il cibo veniva prodotto coltivando la terra circostante, i famosi ‘orti’. Qui continuavano a vivere dentro le baracche, sotto gli archi chiusi con mezzi di fortuna o nelle case improvvisate nelle viscere degli acquedotti, comunità di rom e di meridionali, in terribili condizioni igieniche. L’asfalto era un miraggio, i bambini giocavano tra terra e fango.


Qui si fermò più volte Pasolini, che vi ambientò scene dei suoi film, ne scrisse e ne fece motivo di interventi politici. (…) Ricordo che un giorno passando per il Mandrione in macchina con due miei amici bolognesi, angosciati a quella vista, c’erano, davanti ai loro tuguri, a ruzzare sul fango lurido, dei ragazzini, dai due ai quattro o cinque anni. Erano vestiti con degli stracci: uno addirittura con una pelliccetta trovata chissà dove come un piccolo selvaggio. Correvano qua e là, senza le regole di un giuoco qualsiasi: si muovevano, si agitavano come se fossero ciechi, in quei pochi metri quadrati dov’erano nati e dove erano sempre rimasti, senza conoscere altro del mondo se non la casettina dove dormivano e i due palmi di melma dove giocavano. Vedendoci passare con la macchina, uno, un maschietto, ormai ben piantato malgrado i suoi due o tre anni di età, si mise la manina sporca contro la bocca, e, di sua iniziativa tutto allegro e affettuoso ci mandò un bacetto. […] La pura vitalità che è alla base di queste anime, vuol dire mescolanza di male allo stato puro e di bene allo stato puro: violenza e bontà, malvagità e innocenza, malgrado tutto. (Pier Paolo Pasolini, “Vie Nuove”, maggio 1958)


La zona fu inizialmente occupata dagli sfollati del bombardamento di San Lorenzo del 1943, che vi costruirono delle baracche sotto gli archi dell’acquedotto Felice. Successivamente, dagli anni ’50, divenne famosa come zona di zingari e prostitute. Il Mandrione è citato in diverse opere letterarie e cinematografiche, fra tutte quelle di Pier Paolo Pasolini che è stato anche spesso ritratto mentre passeggiava per via del Mandrione e nei suoi dintorni. Nonostante l’intento politico e culturale volto a riqualificare l’area, via del Mandrione rimase fortemente degradata fino alla seconda metà degli anni ’70, quando il lavoro svolto dal 1975 al 1984 da Angelina Linda Zammataro , nota anche come Linda Fusco, psicologa e pedagogista, fondatrice del metodo della psicoanimazione, riuscì a dare una svolta risolutiva, tanto che, negli anni successivi, il Mandrione è diventato una zona residenziale dalla viva attività artigianale, dove, affiancati all’acquedotto, si alternano esercizi commerciali, anche di una certa eleganza, palazzine, officine, botteghe di artigiani, treni (almeno 3 linee ferroviarie si snodano intorno alla via principale).


Via del Mandrione, con le baracche nel 1952Via del Mandrione (lo stesso punto), oggi

Indirizzo:
Via del Mandrione, 357, 00181 Roma RM, Italia

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