Eremo di San Cataldo

  • tipologia:
    Eremo
  • quota:
    572m
  • anno:
    0
  • epoca:
    Medioevale


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Eremo di San Cataldo

L'eremo di San Cataldo è un piccolo oratorio incavato nella roccia granitica alle pendici di una montagna, poco fuori dal paese di Cottanello, in provincia di Rieti. È annoverato tra i monumenti naturali della regione Lazio.

È difficile stabilire l'epoca di insediamento del primo romitorio all'interno della cavità rocciosa, non esistono fonti certe; gli studiosi hanno pareri discordi: alcuni sostengono che sia antecedente al X secolo, altri lo fanno risalire al XI secolo e lo descrivono come rifugio e luogo di eremitaggio dei frati benedettini residenti nell'abbazia di Farfa, da cui si allontanavano a volte per darsi alla contemplazione e alla predicazione nel territorio di Cottanello. A loro vengono attribuiti gli antichi affreschi che ne abbelliscono le pareti, dipinti fra il XII e XIII secolo.


La scala d'accesso e l'ingresso lunettato

Campanile a vela
Il primo cenno del santuario si trova in una descrizione redatta in occasione della visita pastorale del cardinale Gabriele Paleotti avvenuta nel 1594, mentre non se ne fa cenno alcuno nelle note di una visita precedente, quella del cardinale Ispano avvenuta nel 1343. Alla fine del settecento un'altra visita, quella del cardinale Andrea Corsini, aggiunge altre importanti informazioni. L'ecclesiastico arrivò all'eremo nel 1781 e descrisse una struttura un po' diversa dall'attuale: un ambiente sontuoso, frequentato assiduamente dai fedeli di tutto il territorio; un insieme di edifici articolati, una campana di bronzo, numerose tabelle votive, una pala d'altare raffigurante San Cataldo; all'esterno una stradina in pessime condizioni, quasi impraticabile, e due scalinate d'accesso, forse usate nei giorni di maggior afflusso in modo alternativo, una per salire, l'altra per scendere.

Per secoli il santuario venne gestito dalla compagnia di S.S. Andrea e Cataldo, che grazie a cospicue rendite assicurava la manutenzione e le regolari celebrazioni eucaristiche; le attività quasi cessarono del tutto e il deterioramento e il degrado divennero quanto mai evidenti all'inizio dell'Ottocento, per aggravarsi ulteriormente nei decenni successivi.

L'eremo risulta associato al nome di san Cataldo a partire dal XVI secolo. Il motivo di tale dedicazione rimane sconosciuto. Secondo la tradizione il vescovo di Rochau si sarebbe rifugiato in questo luogo per sfuggire alla persecuzione ariana dopo il Concilio di Nicea nel 325 d.C. Ma tale evento non ha alcun fondamento; ciò che si conosce è che, provenendo dalla Palestina, in seguito ad un naufragio approdò a Taranto, dove rimase e morì; venne tumulato nella cattedrale e successivamente venerato patrono della città.

Forse furono gli stessi benedettini a dedicare l'eremo al santo, emozionati del clamoroso rinvenimento del suo corpo avvenuto nel 1094, durante la ricostruzione della cattedrale tarantina distrutta nel 927 dai Saraceni; oppure la venerazione potrebbe essere arrivata in paese grazie a qualche abitante assoldato nel 1503 dalle truppe spagnole nell'ambito della Guerra d'Italia del 1499-1504, combattuta anche in Puglia.

Di fatto San Cataldo fu sempre molto amato e celebrato dai cottanellesi, tanto che anche la chiesa all'inizio del paese, oggi dedicata a San Luigi, un tempo era a lui intitolata. Fu nominato comprotettore di Cottanello insieme a Sant'Andrea apostolo.
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Indirizzo:
SP45/f, 02040 Cottanello RI, Italia

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