Canale alla Marcia a San Cosimato
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tipologia:
Condotto o speco -
quota:
296m -
anno:
144 a.C -
epoca:
Repubblicana
Canale alla Marcia a San Cosimato
Questo tratto di acquedotto Marcio, è il più lungo di quelli ad oggi praticabili per questo acquedotto. Quì il canale ha subito diverse modifiche dal suo andamento originale, perché il tessuto geologico particolarmente poroso e friabile, nel corso dei secoli, anche a causa delle piene del fiume, ha dato evidenze di cedimenti obbligando i romani a continui interventi di manutenzione.
L’acquedotto si trova all’altezza del piano di campagna, sotto l’acquedotto Claudio. Qui infatti i due acquedotti furono costretti a superare la gola di San Cosimato, posizionandosi uno sopra l’altro (a distanza di circa 8 metri). Entrando nel canale e procedendo verso Est, fatti pochi metri subito si vede una diramazione.
E’ il collegamento col primo canale dell’acquedotto, quello della fase originale e lasciato in funzione per permettere al pozzo di collegamento tra l’acquedotto Claudio e il Marcio, di veicolare l’acqua in quest’ultimo, quando quello superiore doveva andare in manutenzione. Proseguendo nella direzione del canale principale, si attraversa una cavità naturale intercettata nel corso dello scavo, molto bella e ricca di calcare concrezionato. Più avanti l’acquedotto si reimmette nel canale originale e procedendo per circa 50 metri si arriva nella zona delle epigrafi.
Quì si possono osservare numerose epigrafi del secolo scorso fino ad arrivare a quelle settecentesche. Ce ne sono un paio anche più antiche e, arrivando poco prima della base di un pozzo quasi completamente occluso (per passare bisogna strusciare, ma non ne vale la pena), sul lato destro del canale si potrà scorgere la firma di Thomas Ashby e del suo amico Giuseppe Ducci. Tornati al punto di ingresso, si procede nel verso opposto, ossia in quello che era il senso di scorrimento dell’acqua. Arrivati ad una leggera curva, prestate attenzione sul fondo.
Si possono osservare almeno tre allettamenti di malta, una sull’altra. Si tratta dell’attività manutentiva dovuta alla ricopertura di spaccature formatasi nel canale, in quanto il profilo roccioso è in continuo movimento. Al termine di questo tratto, facendo molta attenzione, è necessario strusciare attraverso un pertugio per uscire all’esterno.
Quì si troverà un tratto scavato nella roccia con scalini intagliati, che un tempo portavano sul piano di campagna. Si tratta di un antico accesso del 144 a.C. che permetteva ai manutentori dell’acquedotto di accedere direttamente nel canale. Purtroppo con la costruzione nel 1927 della vicina diga Ferraris, la parete dove transitano gli acquedotti venne minata e il Marcio e parte del Claudio vennero distrutti e, insieme a loro anche una buona parte di questa discenderia che, ad oggi, non è più percorribile fino alla superficie.