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MILANO / RIAPRE LA CRIPTA DELLA CHIESA DI S. SEPOLCRO CON UNA SORPRESA: SVELATI NUOVI AFFRESCHI DUECENTESCHI

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  • 22 Lug 2019 alle 23.06

Focus Cronache archeologiche Chiesa sotterranea Milano Restauro

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È durato 13 mesi il restauro degli ambienti ipogei della Chiesa di San Sepolcro a Milano, ma ne è valsa la pena: sono stati infatti riportati alla luce alcuni affreschi nascosti per secoli in quella che è la più antica chiesa sotterranea di Milano rimasta, fino a pochi mesi fa, off limits. Il restauro ha riguardato in particolare il ciclo di affreschi a stelle ed elementi vegetali sulle volte del presbiterio, che risale alla fine del Duecento. Questa grande chiesa ipogea del 1030, eretta sull’antico Foro di Mediolanum, nel vero centro e ombelico della città, è stata restaurata come una preziosa reliquia di cui preservare l’autenticità, l’antichità e la spiritualità.

Gli interventi, concentrandosi sulle superfici decorate e sugli intonaci antichi, hanno portato alla scoperta di nuove pitture medioevali. Si è rinnovata l’impiantistica, studiata per assicurare condizioni ambientali stabili all’interno della cripta, mentre la nuova illuminazione ha restituito gli spazi alla spiritualità propria di questo luogo, memoria del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Gli interventi di recupero, realizzati dalla Soprintendenza del capoluogo lombardo, sono stati eseguiti grazie a un finanziamento di 1 milione di euro del Mibac e al contributo di un Comitato Scientifico di conoscitori della chiesa di San Sepolcro ed esperti della Veneranda Biblioteca Ambrosiana.

Alla cerimonia di inaugurazione hanno partecipato, fra gli altri, il Ministro per i Beni e le Attività culturali Alberto Bonisoli e il Segretario Generale del Mibac Giovanni Panebianco. Soddisfatto il ministro, che ha sottolineato la concomitanza della riapertura con il 500esimo anniversario della morte di Leonardo da Vinci”. “Dai suoi disegni – ha osservato Bonisoli – abbiamo scoperto che la cripta è rimasta, per più di un millennio di storia, intatta e inalterata. Dopo oltre mezzo secolo riapre un luogo magico, ricco di storia e bellezza”.

LE FASI DEL RESTAURO – Dopo i preliminari interventi di deumidificazione accompagnati da saggi esplorativi delle superfici, compiuti dalla Veneranda Biblioteca Ambrosiana, dai millenari ambienti riemergono ora, in seguito all’ultimo restauro, mirabili affreschi e decorazioni, come il ciclo ornamentale a stelle ed elementi vegetali sulle volte del presbiterio, databile alla fine del Duecento. Questa estesa superficie costituisce un importante motivo, ricorrente specialmente nelle architetture monastiche del XIII e XIV secolo, qui caratterizzato da una inedita freschezza, varietà e ricchezza di forme. Le stelle fitomorfiche, con palmette e raggi a fiamma di candela, si espandono a occupare lo spazio delle volte, mentre in altre zone si estendono in modo più regolare a tappeto.

Accanto al sacello del Santo Sepolcro, è ricomparsa, sulla volta a sinistra, l’immagine, racchiusa in un tondo, a monocromo rosso, dell’Angelo (forse rappresentazione dell’Arcangelo Michele), che annuncia la Resurrezione, legato ai riti dell’accensione del cero nelle veglie pasquali e nelle processioni che partivano da San Sepolcro per dirigersi in Duomo.

Sono stati restaurati inoltre gli affreschi, quasi del tutto poco visibili per i depositi di sali superficiali dovuti alla presenza di forte umidità e condensa, tra cui le due bellissime e intense crocifissioni (una nella scala a scendere, l’altra trecentesca nel presbiterio), le tre figure in piedi di Maddalena, Giovanni Battista ed Elena, la madre di Costantino (o forse santa Caterina d’Alessandria) e La cena in Casa di Simone nell’ala sinistra del presbiterio, gli affreschi cinquecenteschi della Madonna di Loreto e La Madonna e Santi Rocco e Giovanni Battista nell’atrio e gli stucchi e decorazioni seicentesche dell’abside con raffigurati gli strumenti della passione.

Sono state eseguite le indagini georadar per esplorare il sottosuolo; è stata analizzata la composizione dei materiali, stucchi, intonaci, elementi fittili e lapidei, i sottofondi in cocciopesto, e rilevata la stratigrafia delle murature.

Gli studi condotti in occasione del restauro saranno raccolti in un volume, pubblicato prossimamente da Silvana Editoriale.

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