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Acqua e scherzi: a Roma riapre il Ninfeo degli Specchi al Palatino
- di Grazia Pattumelli
- 24 Giu 2019 alle 23.21
Ninfeo Farnese Palatino
Acqua e scherzi: a Roma riapre il Ninfeo degli Specchi al Palatino
Sembra ancora di sentirli i gridolini delle dame rinascimentali mentre divertite fuggono dallo "scherzo dei Farnese". Si trattava di un ingegnoso gioco d'acqua: tubuli nascosti nel terreno che, attivati di nascosto, zampillavano a sorpresa bagnando il malcapitato passante. Sono solo alcune delle curiosità svelate dal Ninfeo degli Specchi al Palatino, la fontana dei Farnese, che torna ad allietare - scherzo compreso - i visitatori.
Attribuito a Pirro Ligorio, e caduto in disuso dopo che il giardino fu dismesso dalla famiglia nobile, il Ninfeo viene riscoperta nel 1914 da Giacomo Boni. Originariamente coperto da una cupola per sembrare una grotta, ospitava nelle nicchie tre satiri che tenevano in mano degli specchi ed era riccamente decorato con paste vitree e mosaici, in parte sono visibili a terra. Il Ninfeo era alimentato dall'acqua che cadeva dalla perduta fontana dei platani. "L'effetto era quello della pioggia - spiega Gabriella Strano, l'architetto paesaggista che ha curato il lavoro - ma in mancanza della copertura abbiamo scelto un allestimento moderno che, rispettando il manufatto storico, sia in grado di offrire simili suggestioni". E così ecco decine di zampilli e lingue d'acqua che emergono da una vasca in corten e dalle pareti, creando giochi di luce. "Nei depositi abbiamo individuato uno dei satiri che decorava la fontana, e presto lo esporremo" , aggiunge Alfonsina Russo, direttrice del Parco del Colosseo. Con il Ninfeo, si arricchisce il " percorso dell'acqua", al Palatino: un viaggio (fresco) tra le tante epoche che definiscono il colle.
Sembra ancora di sentirli i gridolini delle dame rinascimentali mentre divertite fuggono dallo "scherzo dei Farnese". Si trattava di un ingegnoso gioco d'acqua: tubuli nascosti nel terreno che, attivati di nascosto, zampillavano a sorpresa bagnando il malcapitato passante. Sono solo alcune delle curiosità svelate dal Ninfeo degli Specchi al Palatino, la fontana dei Farnese, che torna ad allietare - scherzo compreso - i visitatori.
Attribuito a Pirro Ligorio, e caduto in disuso dopo che il giardino fu dismesso dalla famiglia nobile, il Ninfeo viene riscoperta nel 1914 da Giacomo Boni. Originariamente coperto da una cupola per sembrare una grotta, ospitava nelle nicchie tre satiri che tenevano in mano degli specchi ed era riccamente decorato con paste vitree e mosaici, in parte sono visibili a terra. Il Ninfeo era alimentato dall'acqua che cadeva dalla perduta fontana dei platani. "L'effetto era quello della pioggia - spiega Gabriella Strano, l'architetto paesaggista che ha curato il lavoro - ma in mancanza della copertura abbiamo scelto un allestimento moderno che, rispettando il manufatto storico, sia in grado di offrire simili suggestioni". E così ecco decine di zampilli e lingue d'acqua che emergono da una vasca in corten e dalle pareti, creando giochi di luce. "Nei depositi abbiamo individuato uno dei satiri che decorava la fontana, e presto lo esporremo" , aggiunge Alfonsina Russo, direttrice del Parco del Colosseo. Con il Ninfeo, si arricchisce il " percorso dell'acqua", al Palatino: un viaggio (fresco) tra le tante epoche che definiscono il colle.
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