Blog

  • Home
  • Blog
  • Circeo, una grotta sotto Torre Paola:

Circeo, una grotta sotto Torre Paola:

  • di Grazia Pattumelli
  • 2 Ago 2019 alle 0.27

Circeo Grotta Ulisse

Condividi:
Potrebbero essere qualcosa di più di una leggenda le "cave grotte" descritte da Omero nell'Odissea. Quegli antri in cui la Maga Circe invita Ulisse a nascondere il carico delle sue navi, per poi tornare da lei insieme ai compagni, potrebbero essere realmente esistiti. Una grotta enorme appena esplorata ai piedi del promontorio, nei pressi di Torre Paola, coincide incredibilmente con quella descritta dal poeta greco.

"I riscontri sono molti. Si tratta di un argomento suggestivo, di una leggenda. Non c'è alcuna certezza matematica, ma appunto tante somiglianze", assicura Lorenzo Grassi, che dopo anni è riuscito a coronare il suo sogno di uno studio dettagliato di quei luoghi.

Il primo a esplorare la grande fenditura nella montagna vicina alla torre costiera eretta nel Cinquecento per difendere la costa dalle incursioni dei pirati saraceni fu un forestale negli anni '60. "Lasciò una relazione, che venne poi sviluppata dallo storico locale Tommaso Lanzuisi", sottolinea Grassi. Fu proprio Lanzuisi infatti che, nel 1984, insieme ad alcuni amici e in modo piuttosto avventuroso, cercò di esplorare la grotta, facendo varie ipotesi. L'idea di riscoprire uno dei luoghi di Ulisse è affascinante e proprio l'iniziativa di Lanzuisi convinse Grassi ad andare a fondo. "Era la fine degli anni '90 - racconta - feci delle ricerche e un primo sopralluogo veloce. Quel progetto è poi rimasto a lungo nel limbo fino a che non ho deciso di riprenderlo con l'équipe di ricercatori dell'associazione Sotterranei di Roma". Quest'ultima, presieduta da Marco Placidi, ha così approntato un progetto appunto di rilievo topografico tridimensionale, da compiere con un laser scanner.

"Si tratta di uno strumento costoso, che permette dei rilievi perfetti", sottolinea il ricercatore. E d'intesa con il Parco Nazionale del Circeo l'indagine è partita. Ci sono voluti mesi per ottenere tutte le autorizzazioni necessarie dal Parco, dalla Soprintendenza e dal Comune di San Felice Circeo, considerando che quell'area del promontorio è molto pericolosa, c'è il rischio di frane, e per compiere i rilievi è stata necessaria una deroga, coinvolgendo anche la guardia costiera.

Gli archeo-speleologi sono quindi entrati nella fenditura carsica che conduce alla grotta e a giugno, ben equipaggiati, hanno compiuto i rilievi. "Abbiamo accertato - assicura Grassi - che la grotta è enorme, la più grande tra quelle scoperte nel promontorio del Circeo, e vi è anche una gigantesca colonia di pipistrelli che non era censita. A settembre, sempre prestando attenzione a lavorare in massima sicurezza, porteremo così lì anche i biologi che si occupano di quegli animali per conto del Parco".

Un'area che sembra coincidere appunto con le "cave grotte" descritte da Omero, considerando anche che una carta del Monte Circeo realizzata da Giovanni Battista Cipriani nel 1830 definisce la fenditura come "due grotte una sopra dell'altra" e soprattutto specifica che "in quella a mare entrano i bastimenti". Forse grazie al livello più basso del mare anche due secoli fa.

La grotta è lunga oltre 100 metri, larga 30 e alta 25, sviluppa una cubatura di 30mila metri cubi. E ha anche un'uscita in alto, vicina alla torre, utilizzata forse un tempo per accedervi da terra. I ricercatori Alessandro Paoli, Riccardo Paolucci e Riccardo Ribacchi sono entrati nella fenditura da mare, a bordo di una canoa, e poi hanno fatto ricorso a tecniche alpinistiche. L'area è pericolosa e quindi è opportuno raccomandare di non tentare da soli di accedervi, ricordando anche che c'è un'ordinanza che vieta tassativamente anche di avvicinarsi a quelle aree del promontorio.

"L'ipotesi che quella sia la grotta utilizzata da Ulisse - dichiara Paolo Cassola, direttore del Parco Nazionale del Circeo - è indubbiamente interessante e suggestiva. Ci tengo però a sottolineare che anche tale indagine si inserisce in un progetto che stiamo portando avanti insieme alla Soprintendenza, al Mibact e all'Istituto Pigorini di Roma, che prevede il rilancio e lo studio del sistema di grotte del promontorio, partendo da grotta Guattari, che a breve riapriremo al pubblico realizzando anche alcune infrastrutture, prevedendo ad esempio la realtà aumentata e il 3D. Col cranio Guattari, insieme all'istituto Pigorini, stiamo poi preparando una sorpresa e non posso anticipare di più. Un lavoro in cui preziosa è anche la collaborazione della famiglia Blanc".

Links and Media

Altri Articoli