Ponte Pischero
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tipologia:
Ponte -
quota:
158m -
anno:
272 a.C -
epoca:
Repubblicana
Ponte Pischero
Ponte Pischero era un ponte dell'acquedotto Anio vetus, che scavalcava il fosso di Caipoli, con due distinte strutture, una per l’arco del canale e un’altra per il viadotto di servizio.
Oggi è completamente crollato,ma aveva un’altezza di 17 metri e una lunghezza di 24. I piedritti del ponte sono realizzati in opus quadratum (45 cm di lato), mentre i blocchi facenti parte dell’arco, si trovano sul fondo del fossato.
Le strutture originali, in epoca augustea vennero rinforzate con delle murature di rinforzo in opus reticolatum Il canale, attraversato ponte Pischero, procedeva in direzione di ponte Inverso, fiancheggiando l’attuale stradina sterrata via della Bullica (sono visibili i pozzi affacciandosi sul lato Est).
Questo tratto venne ad un certo punto interrotto, chiudendo il canale immediatamente a valle del ponte e facendo cadere l’acqua, nel fossato sotto di esso. Nel fossato preventivamente venne realizzata una diga per contenere l’acqua, e sul fondo del fossato, un condotto con 7 arcuazioni (verificare) prendeva l’acqua e con un sifone rovescio la trasportava sull’altro lato del fossato, dove si trovava una torre piezometrica, che riportando in quota l’acqua, la faceva procedere in un nuovo canale by-passando il fatiscente ponte Inverso.
Dal costituito laghetto, si utilizzò l’acqua per un sistema vicino (forse un ninfeo o un impianto termale), tuttavia questo creò nel tempo l’instabilità che, piano piano portò al crollo del ponte, così come lo vediamo oggi. Il pilone Nord infatti, poggiava su un grosso blocco di travertino, che a sua volta si attestava sul banco tufaceo.
La presenza dell’acqua deve aver fatto da lubrificante tra tali strutture e, probabilmente in concomitanza o di un'eccezionale ondata di piena o di un terremoto, il blocco di travertino è scivolato verso valle, causando il crollo del ponte. L’ondata di piena prodottasi ha poi successivamente causato il crollo della diga, causando la defunzionalizzazione di questo tratto di acquedotto.
Sul fondo del fossato si possono vedere due ambienti scavati nel banco tufaceo. Si tratta con molta probabilità degli alloggi degli operai utilizzati durante la costruzione delle strutture. Il limo presente all’interno è il residuo della fase di accumulo, di quando quest’area era completamente allagata a causa dello sbarramento della diga.
Bibliografia
ASHBY, T. (1935) Gli Acquedotti dell'Antica Roma, (traduzione e ristampa della prima edizione in inglese) p. 95 - archeologiasotterranea.comPLACIDI, M. Nuove scoperte sugli acquedotti Marcio e Anio Vetus a Gallicano nel Lazio (Roma) pdf - archeologiasotterranea.com